La vera arte é antisociale (contro l’arte prostituita e corruttrice)

Nella seconda metà del Novecento la rinnovata Etica edonistica legata alla elefantiaca produzione industriale, ha creato una certa “produzione estetica” meccanicistica, contraria cioè all’arte poetica, alle sue esigenze rivoluzionarie che sono prerogativa dell’anima umana e a quelle “esaltazioni” creative dell’irrazionale. E’ sconcertante invece il vedere come il Post-moderno American-Europeo, ci faccia vivere nei sistemi dei mercati e dei poteri di speculazione economica del reticolo Gallerie-Musei, ci alieni, atrofizzandoci in estetiche soporifere, consoni ai tempi, patterns oppressivi funzionanti solo su sprovveduti e condizionati spettatori. E’ umiliante oggi vedere quello che succede nelle fiere dell’arte, dove sono favoriti molti pensieri artistici legati all’industria anonimizzante che sviluppano e favoriscono la standardizzazione delle singole poetiche d’arte, e minacciano quelle leggiadre libertà originali indipendenti. Si vorrebbe che tutto il mondo, uomini e animali, compresa la natura, avessero delle esistenze e delle concatenazioni significative pari alle scatolette “rassicuranti” confezionate dai cervelli dell’industria multinazionale.Nelle massime delle scritture Sacre antiche non è contemplata, nè istruita, come del resto in qualunque Canone Estetico Classico, una classe di pensieri così balorda e aniconica come quella della nostra epoca antigenerativa, che gestisce l’alienazione coercitiva o la normale amorfità degli attuali legami sociali e delle sue figure retoriche.Ognuno di questi Santi testi elevati e ispirati indica che nell’individuo, e in particolare nel suo “Libero Arbitrio”, è posta la sua Coscienza Spirituale salute del proprio comportamento; fattore determinante della coscienza civile, valutazione della libertà di Spirito e salvezza della propria anima.
Nell’industria, come del resto sulle vette dei domini mondiali, è vigile, con la sua violenta ignoranza, lo Spirito maligno della logica speculativa, principio della Terra dolente e incolta.
Il logos terrigno diabolico, è invertito alla poesia, agghiaccia e ferisce gli animi sensibili, che resistono e si sforzano di opporvisi con la loro innocente e santa follia. Vera Astrazione. Vera Arte. Negli anni ’80 l’Arte spirituale è stata contro la matematica e prevedibile, scadente arte di prostituzione, ripetitiva, reiterata, minimale, merciaiola e corrotta dalla faziosità razionale e linguistica consona a qualsiasi potere economico che voglia imporre e vendere il suo lucente e futile grafico fascino superficiale al facile “Sociale”. Ecco allora un’arte di galleria, di vetrina che ci sovrasta per grandezza, per bagliore snobistico, per fiera pesantezza, per preziosità di materiale o per verismo tautologico, un’arte di arredamento e di decoro. Tracotante nella sua insensata vanità, quest’arte contemporanea cerca di divertirci, suffragata da seriosi apparati Burocratici, Musei e Gallerie che ci imboniscono di Ufficialità, dispiegando aree, atrii e antri e convertendoci alla sua idea sociologica di “gusto internazionale”.Ma c’e un modo per capire quando l’arte è “intrigo” e quando invece è Arte Venerabile? Ebbene secondo noi la Vera Arte è antisociale e antindustriale, trasparente perchè naturale, si oppone a stili e movimenti estetici avanguardisti, legati a gruppi economici imperanti, che difendono etichette o firme del cosiddetto movimento in voga o dell’illustre maestro celebrato. Nell’antichità preistorica, o tra i popoli primitivi nessuno si preoccupava di sapere chi avesse scolpito la bella scultura femminile, nessun tributo per l’operoso scultore, ma osanna solamente alla beltà e alla forza della deità; fu così anche più tardi per le icone, incensate e santificate per la loro miracolosa significazione. Questo denotava un “non attaccarsi ai frutti dell’azione”.
Se qualcuno vuol esprimere il suo “Bello necessario”, la sua creatività, il suo amore per la vita, è libero di non vendere a caro prezzo la sua opera e di non imporre la sua “figura” o il suo “segno”, e soprattutto di non copiare un’altra felicità, perchè una meraviglia o il meraviglioso per eccellenza non può avere nè continuità nè imitazioni, unica unicità. Nel vedere la vita come sacralità non si può volere un’arte ripetitiva e di concezione decifrabile sociologica, intuibile a colpo d’occhio. Non sto descrivendo delle precise regole antisofisticazione, ma delle esperienze metafisiche che intimamente mi hanno toccato e modificato. In rari momenti esse insorgono chiare e obiettive, accompagnate da una preziosa felicità dell’aver svelato cosa evitare per favorire e per vivere gratis quell’insorgere di fenomeni miracolosi; questa è l’Arte Santa dell’Armonia naturale. L’Arte dell’ Amore, (unico linguaggio), unica Arte Vera. L’amore fonde ed è fondente degli Originali, costruisce i significati luminosi degli unici, trasparenti e astratti. Ci fa operare ad arte propria, in un tempo piagato dalle paure degli annoiati-arrivati.